Spesso, soprattutto le pazienti più giovani ci chiedono: “Dottore, sono proprio necessarie le calze elastiche?”. I pazienti più anziani si lamentano invece dicendo che sono scomode da infilare.
La domanda è..ma è così importante indossarle? A cosa servono le calze elastiche? Se ne può fare a meno?
La risposta secca è “NO!”. Quando vengono prescritte non se ne può fare a meno e lo stesso paziente presto si accorge dell’enorme beneficio che danno.
La calza elastica, soprattutto all’inizio quando il paziente comincia ad usarla, è evidentemente scomoda. Ma il beneficio è enorme!
Infatti le vene superficiali della gamba vengono così “schiacciate” tra la calza elastica e la fascia che ricopre i muscoli. In questo modo si ottengono 2 vantaggi:
– il primo è che le valvole presenti all’interno delle vene meccanicamente si avvicinano e quindi riacquistano almeno in parte la capacità di contenimento evitando i reflussi patologici del sangue verso il basso;
– il secondo vantaggio è che quando una vena viene compressa si determina un aumento della velocità del sangue all’interno di questo “tubo” (un po’ come accade quando innaffiamo le piante del nostro prato con un tubo dell’acqua premendo sulla sua parte terminale e favorendo quindi uno spruzzo più potente dell’acqua stessa).
In sostanza la calza elastica evita così il rallentamento del circolo che spesso è alla base dell’insorgenza di trombosi venose per stasi ematica.
Quindi di fronte ad una flebite è molto utile ed indispensabile l’uso di questo presidio.
Quando poi si è costretti a letto per qualche malattia o frattura per lunghi periodi con conseguente immobilità prolungata, le calze elastiche diventano indispensabili per evitare l’insorgenza di flebiti nelle vene interne di gamba più profonde, che mettono a repentaglio la vita del paziente stesso in quanto possibile causa di tromboembolia polmonare.
Altra domanda frequente: ma perché devo mettere una calza intera? Non basta un gambaletto?
La risposta anche in questo caso è “NO!” quando ad essere coinvolta ad esempio è la vena grande safena lungo tutto o quasi il suo decorso. In questo caso è assolutamente indispensabile una calza intera che arrivi fino alla piega dell’inguine, monocollant o autoreggente.
Le calze elastiche sono studiate per determinare una compressione graduale che “massaggia” il sangue dal piede verso l’inguine in modo da poter combattere l’effetto “forza di gravità” favorendo lo scarico venoso.
Non è vero poi che tutte le calze elastiche sono antiestetiche!
In questi ultimi anni l’industria si è molto impegnata a fornire modelli esteticamente più accettabili (vari colori e modelli).
Per quello che riguarda poi la scomodità nell’infilarle sono stati approntati artifizi che ne facilitano l’introduzione.
Naturalmente, per ovvi motivi, le persone molto anziane andranno comunque aiutate nel posizionarle.
Poi, un po’ per l’abitudine ad indossarle, un pò perché come tutti i tessuti elastici progressivamente si adattano alle forme dell’arto inferiore, diventa sempre più semplice indossarle.
Quando diventeranno però eccessivamente larghe, sarà quello il momento di sostituirle (generalmente il tempo medio è tra 6 mesi e 1 anno).
E le calze antitrombo?
Le calze antitrombo ovviamente non vanno bene e non possono sostituire le classiche calze elastiche in quanto sono studiate per essere usate soprattutto a riposo, anche nelle ore notturne e sono adatte quindi al paziente costretto per qualche motivo all’immobilità. Anche queste esercitano una compressione graduata e che facilita lo scarico venoso quando il paziente si trova costretto a letto e non quando invece deambula o sta in piedi.
Questo tipo di calze sono utili nel postoperatorio. Il loro colore bianco le differenzia e le fa riconoscere a vista.
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